La nuova norma UNI/TR 11654:2020: via libera al bianco per le scrivanie ufficio
In data 23 gennaio, è stata pubblicata la norma UNI/TR 11654:2020, che sostituisce la norma del 2016. Come ben noto, questo rapporto tecnico costituisce una guida per la stesura di…...
UNI ENTE ITALIANO NORMAZIONE
In data 23 gennaio, è stata pubblicata la norma UNI/TR 11654:2020, che sostituisce la norma del 2016. Come ben noto, questo rapporto tecnico costituisce una guida per la stesura di capitolati tecnici per la fornitura di mobili per ufficio. Si applica alla fornitura di scrivanie e tavoli da ufficio, mobili contenitori e schermi per ufficio.
La novità più importante della norma appena pubblicata
risiede nel fatto che la Commissione UNI/CT 028 “Mobili” GL 05
“Requisiti” (ndr: di cui sono membro) ha deciso di recepire un’importante
richiesta del mercato: per comprenderne la portata è però necessario ripercorrerne
la storia.
Il DECRETO 2 ottobre 2000 “LINEE GUIDA D’USO DEI VIDEOTERMINALI” (art. 56, comma 3, decreto legislativo n. 626/1994), prescriveva che il piano di lavoro (scrivania)
dovesse:
a) avere una superficie
sufficientemente ampia per disporre i materiali necessari e le attrezzature
(video, tastiera, ecc.), nonche’ consentire un appoggio per gli avambracci
dell’operatore davanti alla tastiera, nel corso della digitazione;
b) avere una profondita’ tale da assicurare una
corretta distanza visiva dallo schermo, tenendo presente che schermi di grandi
dimensioni richiedono tavoli di maggiore profondita’;
c) avere il colore della superficie chiaro,
possibilmente diverso dal bianco, ed in ogni caso non riflettente;
d) essere stabile e di altezza, fissa o regolabile,
indicativamente fra 70 e 80 cm;
e) avere uno spazio idoneo
per il comodo alloggiamento e la movimentazione degli arti inferiori e per
infilarvi il sedile.
La nuova norma UNI/TR 11654:2020: via libera al bianco per le scrivanie ufficio
La Commissione UNI Mobili, al fine di rendere oggettivi i requisiti necessari, stabilì che una scrivania potesse essere dichiarata conforme al Decreto, quando era conforme ai seguenti requisiti:
Requisiti generali di progettazione: Conformità alla norma UNI EN 527-2
Requisiti dimensionali: Conformità alla norma UNI EN 527-1
Requisiti di riflessione e colore del piano di lavoro per scrivanie per uso videoterminale:
Riflessione speculare della superficie 45 unità UNI EN 13722
Riflettanza della superficie*) 15 ≤ Y-σ e Y+σ ≤ 75 UNI EN 13721
Successivamente il DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile
2008, n. 81 – “Attuazione dell’articolo 1
della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della
sicurezza nei luoghi di lavoro”, nell’allegato XXXIV confermò
che il piano di lavoro dovesse avere una superficie a basso indice di
riflessione, senza però entrare nel merito della riflettanza.
Ma nel corso degli anni, il limite imposto per la riflessione speculare della superficie, che di fatti impedisce l’uso del colore bianco, si è dimostrato in conflitto con le esigenze di un sistema in rapida evoluzione, che stava assimilando i principi dello Smart Working, ovvero stava ripensando le modalità con cui si svolgono le attività lavorative, mettendo al centro il benessere del lavoratore.
Sempre più progettisti, designer e architetti avrebbero
voluto utilizzare il colore bianco per i piani di lavoro, non ritenendolo per
nulla dannoso, sia perchè lo sguardo del “videoterminalista” (termine
ormai obsoleto), è focalizzato sullo schermo, sia perchè l’aumento della
luminosità influisce positivamente sull’umore. Oltretutto il design nordico ci
ha abituato ad ambienti bianchi, che evocano semplicità ed eleganza.
La nuova UNI/TR 11654, venendo incontro alle esigenze del mercato, ma sempre nel rispetto della salute e della sicurezza del lavoratore, ha eliminato l’obbligo che la riflettanza della superficie (prevista dalla norma UNI EN 13721) debba essere compresa tra 15 ≤ Y-σ e Y+σ ≤ 75, quando misurata con il metodo della norma UNI EN 13721.
In questo modo il cliente e il progettista sono finalmente liberi di poter scegliere il colore dei piani, a patto che sia rispettato il limite di 45 unità della riflessione speculare della superficie, quando misurata con il metodo della norma UNI EN 13722.
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