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Coworking e grandi aziende

le grandi aziende hanno capito che trasformare i modelli lavorativi è utile e necessario...


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Così le grandi aziende traslocano negli spazi di coworking

Sul “Sole 24 ore  – Management” è stato pubblicato questo interessante articolo che ci fa capire come il coworking non sia solo una modalità lavorativa ma un modello vero e proprio di organizzazione del lavoro . Nato spontaneamente, sta diventando attrattivo anche per la grandi aziende, che vedono in esso il modo di attrarre i talenti, di incrementare la creatività e, perchè no, per ridurre i costi.

Ovviamente questi cambiamenti”epocali” stanno influenzando il modo stesso di essere degli uffici: di conseguenza gli arredi dovranno adattarsi a queste nuove realtà.

Riporto alcuni passi dell’articolo, che potente leggere integralmente cliccando sul link.

 

Il beneficio senza prezzo di trovarsi in mezzo a imprenditori dalla stessa mentalità e pieni di energia ricavandone prospettive e idee con le quali non potremmo entrare altrimenti in contatto, se fossimo da soli.

 

Gli impiegati delle multinazionali non indossano più giacca e cravatta, ma passano ai jeans e occupano scrivanie negli spazi di coworking, per tradizione rifugio di freelancer, startup e creativi di vari settori, desiderosi di compagnia e di usare in comune una stessa fotocopiatrice.

Gli imprenditori che hanno grandi reti di contatti anche vaghi e fanno conversazione a tutto campo su argomenti apparentemente secondari sono molto più innovativi di coloro che restano sempre nella stessa cerchia di persone che pensano alle stesse cose con una medesima mentalità: ad affermarlo è Martin Ruef, un sociologo di Princeton.

Altri motivi per i quali aziende già affermate sono attratte dagli spazi di coworking e dalla possibilità di condividere scrivanie sono il reclutamento e il mantenimento, soprattutto tra i Millennial.  Roomer afferma che lavorare a Interchange, dove può vedere come i suoi consigli possono fare un’effettiva differenza per un cliente, è elettrizzante, e lavorare presso una grande società fa sentire le persone ingranaggi di una stessa ruota. Charlie Green, co-amministratore delegato di The Office Group, dice che «molte grandi aziende puntano ad attirare e mantenere personale che ha una mente imprenditoriale offrendo l’opportunità di sentirsi parte di una comunità più ampia».

Da un recente studio pubblicato da Harvard Business Review si è appurato che lavorare tra persone che svolgono professioni diverse può far crescere e nobilitare l’identità dei lavoratori. Queste sedi di lavoro infatti offrono agli impiegati «l’occasione di descrivere ciò che fanno con una certa frequenta, facendoli sentire più interessanti e particolari». Naturalmente, la motivazione più terra-terra e significativa è che gli spazi di coworking sono flessibili e hanno prezzi ragionevoli che ci si può permettere di pagare.

Michael Gross, vicepresidente di WeWork, fa notare che le aziende si rivolgono a loro non appena portano a termine un’acquisizione e hanno bisogno di uffici in tempi rapidi, o se vogliono aprire nuove sedi satellite o in località remote. Tutto ciò acquisisce una particolare rilevanza se il quartiere generale di un’azienda si trova in grandi città dove gli uffici costano molto.

Se una grande azienda intende occupare spazi di coworking, deve avere un chiaro obiettivo imprenditoriale prima di farlo. «Se si tratta soltanto di avere un posto cool nel quale lavorare, alla fine non le resta in mano niente. Se invece cerca di instaurare un rapporto con la comunità locale e le persone che vivono e lavorano nei dintorni, allora il coworking è quanto di meglio possa scegliere».

Vai all’articolo originale

“Così le grandi aziende traslocano negli spazi di coworking”
di Emma Jacobs  –
pubblicato su “Il Sole 24 ore – Management”  del 15 maggio 2016
Copyright The Financial Times Limited 2016 
(Traduzione di Anna Bissanti)