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Ergonomia e ottimizzazione dell’interfaccia umana

Questo articolo esamina il rapporto tra gli arredi e le persone che li devono utlizzare...


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Sul numero di Gennaio di Office Layout, è stato pubblicato questo interessante articolo sulla progettazione ergonomica.

Per l’Autore l’obiettivo di una corretta progettazione ergonomica è di mirare sempre alla soddisfazione dell’utilizzatore finale avvicinando la componente funzionale del prodotto o della postazione di lavoro a quella relativa alla gradevolezza estetico-funzionale, non preferendo l’una all’altra.

Non tener conto dell’aspetto “salute e benessere” delle persone che lavorano negli uffici o negli stabilimenti manifatturieri può peggiorare sensibilmente i dati di efficienza produttiva, tenuto conto che la componente umana è quella che esprime il più elevato “delta” tra costo economico della risorsa rispetto alla gestione dell’efficienza produttiva della risorsa stessa.

In altre parole, è molto più facile ottimizzare e mantenere nel tempo un determinato livello di efficienza di un macchinario, di un impianto o di una linea produttiva piuttosto che fare altrettanto con le persone che quegli strumenti utilizzano ogni giorno. E questo principio è valido sia che si parli di lavoro nell’industria, sia di lavoro d’ufficio.

Il problema sta nell’interfaccia, cioè nel rapporto tra “gli strumenti e i metodi” e le persone che li devono utilizzare.

Questo è per l’appunto l’oggetto di studio dell’ergonomia.

Infatti, anche la definizione internazionale di ergonomia cita testualmente: “Obiettivo dell’ergonomia è applicare teorie, principi, dati e metodi per ottimizzare il benessere delle persone e la performance complessiva del sistema” (cioè l’efficienza produttiva).

Analizzando più da vicino il mondo ufficio, l’autore delinea un elenco dei componenti fondamentali di una valutazione ergonomica in ambiente d’ufficio.

1. Gli strumenti informatici:
– sono più leggeri (handling migliorato) e portatili (tramite i collegamenti wireless);
– sono tecnologicamente più prestazionali;
– sono più personalizzabili sulle esigenze dell’utilizzatore

2. Di pari passo si è evoluto il mondo dell’arredo d’ufficio (tavoli, sedute, accessori, ecc.) e dei componenti tecnologici di controllo delle condizioni ambientali (illuminotecnica, climatizzazione, ecc).

Da qui una serie di conseguenze operative altamente utili per le aziende più moderne che fanno del cambiamento veloce la loro filosofia:

• Minori rigidità dei layout a favore di uffici ri-organizzabili ;
• Necessità di strumenti di lavoro che rispondano ai principi della flessibilità e variabilità dei compiti svolti da uno o più operatori nella stessa postazione;
• Necessità di sedute dinamiche per lavoro seduto o in piedi.
• Necessità di contenitori studiati per archiviazione di supporti informatici oltre che per cartacei;
• Sistemi di illuminazione a basso consumo (LED) e personalizzabili dall’utente in base al posto di lavoro;
• Sistemi per il controllo dei rumori circostanti;
• Pareti attrezzate a vetro totale: dal pavimento al soffitto per ridurre psicologicamente le distanze tra le persone;
• Sistemi di climatizzazione a controllo personalizzato del clima a zone definite;
• Aree relax di concezione per “ricaricare le pile” dallo stress;
• Aree incontro specificamente progettate per favorire gli scambi comunicativi e le relazioni interne;
• Aree ristoro che nulla hanno a che fare con le vecchie mense e che favoriscono lo scambio delle comunicazioni di lavoro anche nel momento del pranzo attraverso la possibilità di collocare e ricaricare il tablet o il telefonino;

In altre parole: le aziende più moderne oggi tendono a mettere le persone nella condizione migliore per poter operare e perseguire gli elevati standard qualitativi richiesti.

Ma su questo punto devono avanzare delle riserve, perchè non mi sembra affatto che le aziende (non tutte ma la maggiorparte)  tendano a mettere le persone nella condizione migliore per poter operare: e questa è la vera criticità!

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